Let it go

Quest introduttiva per Taliesin

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    I could be bounded in a nutshell and count myself a king of infinite space.

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    Taliesin
    Il tuo vagare ti porta ben presto in una foresta. Gli alberi e le piante sono sani e forti, ma la temperatura del posto è rigida persino per qualcuno abituato a vivere nel fitto della vegetazione. Il fiato ti si condensa in piccole nuvole e il terreno freddo scricchiola sotto i tuoi piedi. Fa proprio freddo, anche se non quanto potrebbe: ancora un mesetto e la cima degli alberi sarà ricoperta da uno strato di neve. La tua foresta era più calda e, prima di ammalarsi, anche più accogliente. Forse per il freddo o perché sai di essere ormai lontano da casa, ma questi alberi non ti fanno sentire accolto e protetto, il silenzio è totale e insolito.
    Davanti a te c'è un fiume e a costeggiarlo quello che sembra essere un piccolo sentiero creatosi dal continuo passaggio in quel punto. Non è il primo sentiero che incontri e di certo non sarà l'ultimo, ma al momento non ci sono indicazioni per capire dove esattamente porti questo. Se ti avvicini puoi notare che il terreno ghiacciato ha trattenuto le tracce di quelle che sembrano essere scarpe che proseguono verso nord. Il fiume è relativamente stretto, ma non abbastanza da essere guadato così semplicemente e prosegue verso sud, sempre costeggiato dal sentiero.
     
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    Era ormai da diversi giorni che re Taliesin si era messo in viaggio, una cosa che non avrebbe mai fatto se non fosse stato estremamente necessario. Il suo era un popolo schivo e orgoglioso, che non aveva alcun interesse a conoscere qualcosa di diverso dai loro simili e da ciò che esisteva nel loro piccolo mondo nella foresta. Il cammino era stato tutt'altro che una passeggiata, il morbo non aveva risparmiato neppure il sovrano che adesso con fatica, un passo dietro l'altro, procedeva senza una meta in quel luogo freddo e inospitale. Si fermò stanco, ansimante e infreddolito, sorreggendosi su un lungo bastone che aveva trovato lungo la via e che stava usando come aiuto per sorreggersi quando il suo corpo non ce la faceva più a reggere lo sforzo. Era diventato debole, la sua magia si era affievolita e non era neanche più in grado di volare, quella condizione lo faceva sentire inerme e patetico. Anche se gli sembrava che le cose fosser migliorate leggermente allontanandosi dalla sua casa, seppur non con cambiamenti significativi. Se anche il suo corpo e i suoi poteri non erano più quelli di un tempo però la sua determinazione era ferma e priva di vacillamenti. Un re non era nulla senza il suo popolo, trovare un modo per liberarsi da quella catastrofe era un suo dovere, se non ci avesse pensato lui chi avrebbe potuto farlo? Non avrebbe mai chiesto aiuto al resto del popolo fatato ne tantomeno a qualche altra strana creature di fuori, il suo era un regno indipendente e come tale risolveva i propri problemi da solo. Dal punto in cui si era fermato rimase ad ascoltare quel silenzio insolito, sembrava che perfino gli animali non ci fossero o evitassero di far rumore per qualche motivo, e si soffermò a guardare il fiume e il sentiero che lo costeggiava. Viaggiare da soli non era così piacevole ma in compenso lo teneva impegnato, focalizzato sul compito che doveva e voleva portare a termine, quello non era un viaggio di piacere. Un lieve sbuffo, il cui alito si condensò nell'aria, e Taliesin si rimise in cammino per poi rifermarsi non appena notò delle orme di scarpa nel terreno ghiacciato. Non sapeva a chi potessero appartenere ma quel che era certo è che fossero di qualcuno civilizzato e che camminava su due gambe. Un umano, forse, o chissà cos'altro. Ad ogni modo nessun barlume di curiosità colpì il re che, anzi, all'idea che potesse esserci qualcuno istintivamente gli venne voglia di dileguarsi, di prendere una strada diversa, ma seppur non desiderasse aiuti esterni non poteva pensare di trovare una cura senza neppure parlare con qualcuno. Qualcuno che forse avrebbe potuto dargli preziose informazioni o indicazioni. Odiava ammetterlo ma completamente da solo avrebbe potuto soltanto brancolare nel buio. Così decise di seguire le tracce procedendo sul sentiero verso Nord.

    Edited by -Bard- - 8/10/2022, 00:29
     
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    Taliesin
    Camminando nella direzione presa dalle impronte ti rendi conto che chiunque le abbia lasciate ti ha preceduto ma non di molto. Non passa troppo, infatti, prima che tu inizi a sentire una voce. Una voce che sembra cantare nel modo più stonato e disarmonico mai udito prima, il testo che riesci a comprendere è volgare e persino il meno pudico degli uomini potrebbe arrossire nell'udirlo. Se ti avvicini puoi vedere che a fare tutto quel baccano è un uomo di mezza età. Ha i capelli neri con qualche ciocca che ha già ceduto al bianco dell'età e due occhi di un azzurro glaciale. Ha il volto deturpato da diverse cicatrici così come le mani che sono intente a scuoiare un coniglio dalla pelliccia bianca come la neve.
    Afferra la pelle, tira, alza lo sguardo e ti vede. Smette di cantare e ti rivolge un grosso sorriso sdentato: "Dannazione, un solo coniglio non basterà certo per entrambi."


    Chiaramente la parte finale del post non avviene se non vuoi interagire con lui.
     
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    Il re seguì quindi la via stando attento a scorgere se ci fosse in giro l'individuo che aveva lasciato le impronte, fino a quel momento non gli era mai capitato di incontrare nessuno eccetto gli animali, ma d'altronde era difficile incontrare qualcuno nel fitto delle foreste. Il fatto che lì ci fosse qualcuno indicava forse che si fosse avvicinato a dei centri abitati. A raggiungerlo per primo però non fu una figura ma un canto volgare e stonato che lo fece arrossire e prendere una espressione disgustata al tempo stesso. Se qualcuno avesse osato cantare così nel suo regno come minimo l'avrebbe bandito! Giusto qualche altro passo e Taliesin potè vedere il proprietario della voce, un uomo di mezza età dai capelli brizzolati, gli occhi azzurri ghiaccio e il viso e le mani deturpate da diverse cicatrici. L'istinto gli suggerirebbe di allontanarsi facendo finta di nulla, non sembrava qualcuno che avrebbe potuto aiutarlo nella sua impresa, tuttavia sembrò mostrarsi gentile quando se ne uscì che un solo coniglio non sarebbe bastato per entrambi. Motivo per cui decise di non ignorarlo. "Effettivamente inizio ad avere un pò di fame." Constatò accorgendosi solo ora che lo stomaco stesse iniziando a farsi sentire. "Non possiamo cacciare altro?" Propose quindi immaginando semplicemente di potersi procacciare più cibo nella foresta attorno a loro. "Siete... un umano?" Chiese leggermente dubbioso, sapeva dagli anziani cosa fosse un umano ma quella era la prima volta che ne vedeva uno dal vivo. Di certo non aveva incontrato il miglior rappresentante della sua specie. "Co... cosa stavate cantando?" Domandò poi tra l'imbarazzato e lo scandalizzato, non si cantava certa roba tra la sua gente ne tantomeno l'avrebbe cantata un reale. "Ad ogni modo sentitevi onorato di aver incontrato l'unico e solo re Taliesin Pendragon!" Si annunciò infine con enfasi facendo un vistoso inchino teatrale.
     
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    Non appena ti mostri a tua volta amichevole l'uomo ti invita ad avvicinarti con grandi movimenti del braccio. La domanda sul cacciare altro gli apre di nuovo un grande sorriso sul viso e puoi chiaramente vedere che gli mancano almeno tre denti e che gli altri non sembrano messi tanto meglio. Anche il naso, guardandolo più da vicino, ti pare sia stato rotto più di una volta. Mentre sorride si gira e prende qualcosa da un mucchietto accanto a sé. "Per fortuna che ne avevo preso più di uno, eh!" Sembra sinceramente soddisfatto di aver risolto la situazione e si rimette a scuoiare la cacciagione con rinnovato vigore. Alla domanda sulla sua razza alza gli occhi e scrolla le spalle: "Perché? Che dovrei essere?" In effetti anche a te non ha dato una seconda occhiata, limitandosi ad accettare il tuo aspetto senza fare una piega.
    "La canzone, eh! Ti è piaciuta, scommetto. Me l'ha insegnata mia nonna. Buon'anima, lei, lavorava al porto." Ti strizza l'occhio e sembra pronto a rimettersi a cantare per deliziare le tue orecchie, ma poi ti presenti e lui si fa immediatamente serio. Si alza a sua volta e ti rivolge una specie di sgraziata riverenza. "E tu puoi sentirti come ti pare per aver incontrato l'unico e solo cacciatore Hobb!" A guardarlo non è possibile capire se ti stia prendendo in giro, ma appena finito con la riverenza torna al suo lavoro sulla cena. Avendolo visto in piedi puoi notare che ha un fisico asciutto e solido, pare quasi più giovane di tutto il resto di lui. In quattro e quattr'otto scuoia le prede e le mette a cuocere. Se non sei tu a riempire il silenzio lo fa lui parlando di altre ballate che gli ha insegnato la nonna e che potrebbe farti sentire.
     
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    Era senz'altro un incontro interessante quello, non tanto per l'uomo in se ma perchè era la prima volta che il re si ritrovava ad interfacciarsi con qualcuno che non fosse un suo suddito nonchè membro della sua stessa specie. Motivo per cui Taliesin lo fissava con attenzione per studiarne ogni minimo comportamento, nonostante fosse una creatura lunatica non voleva tirare fuori affrettati giudizi sbagliati. Fortunatamente non servì cacciare altro perchè la sua nuova conoscenza in realtà aveva già cacciato ben due conigli. "Oh, meglio così. Questa gentilezza nei miei confronti vi sarà ripagata, credetemi." Lo informò sentitamente compiaciuto dal fatto che volesse condividere il suo pasto faticosamente cacciato con lui. Senz'altro la cosa più saggia da fare a quel punto seppur il tipo fosse probabilmente ignaro che non fosse il caso di indispettire quella fata in particolare. Non che ciò avrebbe reso Taliesin pericoloso ma comunque sarebbe divenuto una presenza ben meno piacevole. Anche se fuori dal suo regno avrebbe senz'altro avuto meno potere. "Ah, beh, era per essere sicuri. Sei il primo umano che vedo." Commentò tranquillamente quando l'altro si strinse nelle spalle chiedendosi cos'altro potesse essere se non un umano. Non avrà mica creduto che quello davanti a lui fosse un umano strano, vero? "E voi invece l'avete mai vista una fata?" Chiese quindi in un piccolo moto di curiosità. Non averlo trattato come un mostro nonostante il suo aspetto singolare sicuramente gli dava altri punti a favore. Quando chiese della canzone l'uomo pensò subito che gli fosse piaciuta, cosa senz'altro non vera, Taliesin non aveva apprezzato per niente ne la canzone ne il modo in cui era stata cantata, informandolo che gli fosse stata insegnata da sua nonna. La risposta di Taliesin però non fu un no secco. "Era una canzone... come dire... interessante." Si ritrovò invece a commentare con tono incerto ma compostamente nobiliare. Dopo che il re ebbe fatto la sua tipica presentazione il tipo si alzò per presentarsi a sua volta come il cacciatore Hobb in una sgraziata imitazione della sua presentazione. Taliesin non capì se lo stesse prendendo in giro o meno perciò si limitò a lasciar correre e si prese la libertà di sederglisi vicino. Dopo tanto camminare sedersi fu un vero sollievo per il suo corpo stanco e indolenzito. "Dove ci troviamo? Sono uscito da un bel pezzo dalla foresta che conoscevo." Chiese quindi a Hobb per cercare di ottenere almeno qualche informazione utile e interrompere le chiacchiere sulle ballate insegnategli dalla nonna che il re avrebbe fatto volentieri a meno di sentire.
     
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    Hobb infilza i conigli con una specie di spiedo e li mette su un piccolo fuoco che ha acceso. Tira fuori delle boccettine da una bisaccia e comincia a speziarlo. Ti pare di vedere il bianco del sale e al tuo naso arriva l'odore pungente del pepe.
    Quando gli riferisci che è il primo umano che incontri lui annuisce. "Anche tu sei il primo che incontro, sono quaggiù da una settimana almeno!" Si può facilmente intuire che ha frainteso la tua affermazione e per di più quando gli chiede delle fate ti rivolge uno dei suoi sorrisi sdentati e furbi: "No che non ho mai incontrato una fata, ragazzo, indosso sempre i calzini al contrario, proprio come diceva la mia cara nonnina. Funziona, sai, nessuna fata ha mai incrociato il mio cammino. Dovresti provarci anche tu!"
    Per tua fortuna non si china a togliersi le scarpe per dimostrarti che dice il vero sui calzini perché è chiaro che l'odore potrebbe ucciderti: non è molto pulito e si vede.
    "Ci troviamo ad un paio di giorni di cammino a sud di Letvotre. Casa mia è laggiù, ma non ci resto mai tanto: mio marito non è un tipo simpatico e ogni volta che litighiamo mi butta fuori." Ti squadra un attimo, poi sembra pensieroso. "Se vai verso sud trovi la capitale, ma è piena zeppa di gente strana. Umani con le orecchie, con le piume e con le ali. Come le tue, ad esempio. In effetti forse ti piacerebbe, ma è un po' lontana per un tipo gracilino come te. Ci vogliono settimane a raggiungerla a piedi. Per non parlare dei mostri lungo la strada." Col braccio, senza nemmeno girarsi, ti indica qualcosa. "Tipo lui!"
    Sia che ti volti che no senti uno sbuffo inferocito. Poco lontano da voi c'è uno strano animale bianco che non sembra esattamente un cervo anche se ha una forma che lo ricorda molto e persino dei grandi palchi sulla testa. Ha tuttavia delle belle zanne grosse e ricurve che ti fanno pensare ad un animale carnivoro.
    Hobb non è per niente impensierito, ma l'animale vi ha notati e pare intento a decidere chi dei due caricare per primo: puoi vedere che sta già saggiando il terreno con gli zoccoli preparandosi a correre.
     
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    La conversazione tra il re delle fate e quello strambo cacciatore continuò mentre quest'ultimo era intento a cucinare i conigli. Sembrava non capire che quello che aveva incontrato era tutt'altro che umano anche se la carnagione verdognola e le ali da insetto avrebbero dovuto farlo intuire. Tanto che arrivati a parlare di fate l'uomo affermò di non averne mai incontrata una perchè indossava sempre i calzini al contrario. In un primo momento Taliesin si ritrovò a fare una faccia interdetta, confusa, ma poi scoppiò a ridere di gusto con la sua voce cristallina. Era la cosa più stupida che avesse mai sentito! "Ah, si? E cosa ti raccontava la nonna sulle fate?" Chiese interessato e divertito aspettandosi di sentire altre uscite divertenti come quella dei calzini. In seguito venne a sapere in risposta alla sua domanda che si trovavano ad un paio di giorni di cammino a sud di Letvotre. "Letvotre? E' una città?" Chiese non avendo la più pallida idea di a che cosa venisse associato quel nome. Non è che fosse stato particolarmente istruito su ciò che si trovava fuori dal suo regno, sapeva solo esistessero altre razze e la storia su come la sua gente si era divisa dal resto del popolo fatato. Giustamente quando era accaduto lui non era neppure nato, solo le fate più anziane avevano vissuto sulla loro pelle quell'avvenimento. Non fece invece domande riguardo al marito di Hobb, non era decisamente una informazione che gli interessava. Piuttosto fu molto più interessato alle sue parole sulla capitale dove ebbe conferma che per il caro vecchio Hobb erano tutti umani, umani strani, ma pur sempre umani. Perchè quelli con orecchie, piume e ali erano chiaramente esponenti di altre razze, non ci voleva un genio a capirlo. Ad ogni modo la capitale distava settimane di cammino, un cammino pullulante di mostri. Tipo lui. Tipo lui chi? Taliesin non fece neppure in tempo a voltarsi che sentì uno sbuffo inferocito e un brutto presentimento. Quando girò il viso notò un grosso animale bianco simile a un cervo e munito di grandi palchi che stava preparando a caricare proprio verso di loro. "Hobb..." Gli uscì con l'intento di voler attirare l'attenzione dell'altro. "Hobb levati da lì, presto." Lo incalzò allarmato alzandosi in piedi e dandogli una spinta con tutta la forza che aveva per cercare di toglierlo dalla traiettoria o perlomeno intimarlo a farlo da solo. La cosa lo fece sbilanciare e cadere di peso giù sul freddo terreno. Che scenetta patetica, non era più davvero quello di un tempo, non che nel suo regno facesse molto altro che non fosse cantare, suonare e indire feste lunghe giornate intere ma perlomeno era stato addestrato per proteggere il suo regno in caso di pericolo. Anche se al momento non sembrava neppure in grado di salvare se stesso e il povero Hobb. Rialzatosi appena si ritrovò a gattoni e in quella posizione si apprestò ad allungare un braccio verso la bestia: una luce verde gli comparì attorno a una mano facendo uscire dal terreno una radice di un albero vicino che avrebbe tentato di avilupparsi attorno a un anteriore della creatura per bloccarla. Inoltre, se la radice fosse andata a segno, il re avrebbe fatto ricorso alla sua linfa per rafforzarla e cercare di ottenere almeno il tempo necessario per scappare o ucciderla.

    Uso 1 linfa per rafforzare la radice.
     
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    Taliesin
    "La nonna diceva che sono creature ingannevoli, meglio non averci a che fare! Mi ha raccontato che quella volta in cui si è dimenticata di mettere i calzini al contrario ne ha incontrato uno. Era bellissimo, diceva, l'ha sedotta così bene da rubarle il nome e lei ne ha dovuto scegliere uno nuovo. Chissà: forse sono per un quarto fata, è possibile." Hobb sembra contento di raccontarti della nonna e anche della sua fantomatica possibile discendenza dalle fate. Continuando sull'onda dell'entusiasmo quando chiedi della natura di Letvotre ti racconta che, sì, è una città. Anzi! LA Città! Uno dei quattro Cardini, certamente il migliore visto che gli concede tutta la libertà di cui ha bisogno e non ci sono strani tizi che ti costringono a fare qualcosa che non vuoi.

    L'incontro col cervo ti mette in evidente agitazione Hobb invece è fin troppo calmo, tanto che quando ti getti su di lui per spostarlo cade anche lui, sorpreso, un po' più in là. La tua magia blocca l'animale esattamente mentre parte sbilanciandolo e facendolo letteralmente franare in una scena che sarebbe quasi comica se non fosse per i versi agonizzanti della creatura e la tensione dovuta alla situazione.
    Il cervo non prova a rialzarsi subito, non potrebbe neanche riuscirci: la zampa che gli hai bloccato si è rotta e un pezzo dell'osso fa capolino dalla frattura esposta.
    Hobb intanto si è alzato. Ti porge uno dei suoi pugnali con una certa solennità.
    "Finiscilo, ragazzo. Questa preda è tua," ti incoraggia.
    La sua espressione resta seria per tutto il tempo, come se fosse testimone di un rituale importante e quasi mistico.

    Ho preso in considerazione che la tier del tuo Hud sia C potenziata a B nella potenza. La prossima volta magari specificamelo tu nello spoiler, ti linko il regolamento degli Hud in caso ti servisse e come sempre puoi chiedere anche direttamente a noi se sei indecisa. Comunque ottima mossa!

     
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    Taliesin rimase ad ascoltare il racconto di Hobb ancora con un sorrisetto divertito stampato sul volto. L'uomo lo informò dicendogli che le fate fossero creature ingannevoli e non solo credeva davvero che i calzini al contrario le tenessero lontane ma che un giorno sua nonna ne avesse incontrato uno che l'aveva sedotta per rubarle il nome costringendola a trovarsene uno nuovo. Era una storia così bizzarra che se anche fosse stata reale probabilmente non era andata proprio come era stata raccontata. Inoltre Hobb si chiese se non fosse per un quarto fata ma il re dubitava fortemente che potesse essere così, di fatato quel Hobb non aveva proprio un bel nulla. Quanto a Letvotre gli venne confermato che fosse proprio una città o meglio la città, uno dei quattro Cardini che gli lasciava la libertà di cui aveva bisogno senza che degli strani tizi lo costringessero a fare qualcosa che non voleva. "Chi sarebbero questi strani tizi? E cosa obbligherebbero a fare?" Chiese interessato a volerne sapere di più sulla faccende. A quanto pareva quello strano cacciatore avrebbe potuto dargli informazioni utili in caso fosse dovuto entrare in contatto con certi individui.

    Il tentativo di salvare Hobb fu alquanto maldestro facendo cadere entrambi ma, fortunatamente, la magia della fata riuscì a bloccare il mostro impedendogli di caricarli ma, anzi, facendolo franare a terra con una gamba rotta. Cosa che non permise all'animale di rialzarsi mentre emetteva versi agonizzanti. Taliesin prese in mano il pugnale passatogli dal cacciatore e con passo deciso raggiunse il mostro, solo quando fu vicino alla testa si fece più cauto non sapendo come la bestia avrebbe potuto reagire nonostante lo stato in cui versava. Non avrebbe voluto che potesse calciarlo con gli arti sani, morderlo o incornarlo. Il re quindi si fermò dietro l'animale, tra il collo e il garrese, così da impedirgli di colpirlo in alcun modo e velocemente, con fredezza e senza esitazione, usò la lama per tranciargli di netto la giugulare. "Ti sei messo contro la persona sbagliata." Affermò deciso come se avesse appena effettuato una esecuzione solenne. Non poteva permettersi di morire, aveva un regno da salvare e non c'èra altra soluzione per sbarazzarsi di quella minaccia.
     
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    Hobb è chiaramente d'accordo col tuo modo di agire e ti segue in silenzio finché non affondi col coltello e il cervo stramazza al suolo. Annuisce con approvazione. "Hai la stoffa del cacciatore, ragazzo. Sono fiero di te!"
    Considera evidentemente quello che è appena successo come un evento importante, un rito persino, e ti lascia scegliere cosa fare della tua preda mentre lui finisce di cuocere e servire la cena.
    "Parlavamo degli altri cardini, giusto?" Rammenta dopo un po', staccando grandi pezzi di carne saporita e inghiottendoli quasi senza masticarli. "Beh, non fanno per me. In uno sono tutti fissati con questa cosa degli Dei. Ne hanno un milione e vogliono che ti ricordi i nomi e cosa fanno, persino. No, no, una gabbia di matti per davvero. Poi un altro ha questa cosa che per rimanere a vivere lì devi fare tipo degli esami. Con carta e penna, ti rendi conto? Almeno mi hanno detto, lì non ho nemmeno mai provato ad andarci, ti immagini? Carta e penna.
    E poi c'è Grym. Lì magari mi piacerebbe anche, ma sono strani forte"
    -il che, detto da lui...- "e sono fissati col lavoro, che è fin troppo noioso per uno spirito libero come me. Per questo sto a Letvotre."

    Finito il pasto e le chiacchiere, Hobb sembra pensieroso per un po'. "Se vuoi venire con me io sto tornando a casa. Posso accompagnarti a Letvotre, magari ti faranno entrare. Scommetto che Thomas ti adorerebbe se ti invitassi a cena."
    Non è facile capire Hobb, ma sembra allo stesso tempo volere che tu accetti il suo invito e che tu lo declini.
     
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    L'esecuzione della bestia filò liscia proprio come previsto e il sovrano dimostrò di essere stato ben addestrato dagli anziani nonostante il suo regno etereo e idilliaco. O almeno era così che era stato prima della catastrofe. Nonostante la sua attuale debolezza il re aveva dimostrato di avere degno coraggio per affrontare le avversità che la sua avventura gli avrebbe fatto incontrare. Hobb aveva seguito tutta la scena e si era detto fiero di lui vedendogli del talento come cacciatore. A quel punto poterono cibarsi e riprendere il loro discorso sui cardini, Taliesin lo ascoltò con attenzione in silenzio e registrò nella sua mente tutte quelle informazioni senz'altro utili per capire quel nuovo mondo. "Certo che siete piuttosto strani voi non abitanti della foresta." Commentò alla fine riferito a tutto il discorso. "Nel mio regno non c'è niente del genere." Aggiunse. Per quanto quel Hobb fosse una compagnia singolare il re gli era riconoscente per come l'aveva trattato fino a quel momento e per questo, complice anche la stanchezza e l'idea di avere un tetto sicuro sopra la testa, accettò il suo invito. "Accetto con piacere. Nel mio viaggio non avrò sempre la fortuna di dormire al sicuro e con un tetto sulla testa." Rispose infatti. "Sarebbe uno spreco lasciarlo qui." Constatò poco dopo la fata puntando lo sguardo sulla carcassa della bestia inerme a terra. "Credi di riuscire ad aiutarmi a portarla con noi?" Chiese quindi al cacciatore una mano per poterla portare via con loro.
     
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