Festa di Halloween -Piazza-

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    Halloween Night
    La capitale addobbata è uno spettacolo difficile da ignorare. Zucche, pipistrelli e ragnatele finte spadroneggiano appostati con maestria in ogni angolo e vicolo e culminano in un trionfo a metà fra l’adorabile e l’inquietante nella piazza centrale dove possono essere trovate bancarelle di dolci a volontà.
    L’atmosfera dovrebbe essere spaventosa, ma in realtà la maggior parte degli animali è rappresentata in modo carino. Le zucche, invece, sono intagliate con una maestria che parla di artigiani Grymiani ed è quasi un peccato pensare che dureranno una sola notte.
    La gente è in festa, ovunque le persone ridono e si divertono, c’è chi beve e chi mangia i dolcetti: tutto è distribuito gratuitamente in piazza. Molti sono mascherati, ma ci sono anche persone vestite normalmente. Alcuni hanno soltanto del trucco sul viso, ma tutti sembrano apprezzare il clima leggero e allegro che si respira per le strade.

    Potete postare sotto questo post per ruolare con tutti gli altri oppure aprire come da regolamento. Anche se sceglierete di fare role singole potrete sempre decidere di unirvi a questa in un secondo momento
     
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    CITAZIONE
    Parlato - Pensato - Narrato

    Ormai la giovane Ervilys si stava integrando nella società, accolta all'accampamento con gentilezza ed ottima accoglienza.
    Non conoscendo molto le pratiche delle varie città decise di non seguirle, o perlomeno di seguire tutto quello che le passava per la testa, nonostante fosse a sua volta gentile con tutti.
    Volendo sfruttare al massimo il suo arrivo nel regno attuale, nonostante ha sempre vissuto li, ma senza avere contatti esterni, decise di iniziare a vagare e guardare cosa potesse fare.
    Girando allegramente, dopo un bel riposo ed una scorpacciata di cibo, i suoi occhi si imbatterono in un manifesto.
    Una festa era stata data in una lunga notte nella capitale, un posto che nemmeno poteva pensare di conoscere, ma che a quanto pare accettava chiunque in quel momento.
    Dato che non aveva idea di cosa fosse e di dove si trovasse il posto iniziò a chiedere in giro consigli, almeno per poterci andare, per quanto a piedi era praticamente impossibile.
    Tra consigli vari e gente che parlava di travestimenti horror, la giovane riuscì a trovare informazioni su un treno che conduceva alla capitale proprio per quella festa.
    Festa... Penso significhi divertimento? Beh se è divertente meglio andarci! Pensò mentre girovagava cercando di capire da cosa poteva prendere aspetto.
    Continuò a girare fin dal mattino, fino a quanto una ragazza vedendo la draghetta le consigliò di vestirci da demone, ma non un qualsiasi demone, ma particolare, anche perchè non avrebbe potuto comprare nulla.
    G...Grazie! Disse alla ragazza, per poi dirigersi subito a chiedere in giro consigli su come vestirsi o come poter assomigliare a qualcosa di simile ad un demone.
    Andò da un uomo, sembrava qualcuno capace di dipingere molto bene, Lo stesso le chiese di consegnare qualche quadro, come ricompensa le dipinse le corna di bianco.
    Passò la mattinata a correre avanti ed indietro aiutando le persone e divertendosi un sacco, anche se ogni tanto faceva cadere o rompere qualcosa.
    Aiutò una giovane mercante di alimentari, che la ricompensò rivestendo le sue ali con delle piume nere, per quanto non erano cose molto particolari la giovane era felice.
    Aiutò una sarta, che, anche se non definitivamente, le prestò un vestito bianco e rifinito in oro, con la parte sotto più larga che riusciva a coprire anche la coda.
    Infine aiutò due persone a ristrutturare una casa, anche se quasi stava per dargli fuoco, la ricompensarono con delle specie di lenti colorate che resero i suoi occhi gialli.
    La giovane ringraziò tutti in ogni modo possibile e dalla felicità creò un piccolo fuocherello girando su se stessa per mostrare come stava venendo il suo travestimento.
    Sembrava cambiata tanto eppure un'anziana signora la fissava, come a pensare qualcosa che potesse mancare come tocco finale.
    Ervilys le chiese come mai la fissava e se avesse bisogno di qualcosa, dopo tutto stava aiutando proprio per ringraziare, ma l'anziana disse solo che i capelli dovevano cambiare.
    La giovane non capi cosa intendeva, ma la seguì lo stesso per capire ed entrando in casa con lei.
    Passò circa un'oretta o due, probabilmente aveva perso la concezione del tempo, ma quando la porta si aprì tutti videro il cambiamento.
    I suoi capelli diventarono senza code, ma soprattutto di colore nero con un piccolo ciuffo davanti.
    Ormai il travestimento poteva dirsi completo e forse anche irriconoscibile, cosa che dato il rischio elevato di danni nella capitale dava un minimo di sicurezza.
    La giovane continuò a ringraziare e ripetere che prima o poi si sarebbe sdebitata realmente, anche se non aveva la minima idea di come fare.
    Il tempo passò e venne accompagnata al treno che pochi minuti dopo partì in direzione della capitale, anche se probabilmente ci avrebbe messo molto tempo.
    Arrivò a destinazione ormai al tramonto, praticamente quando la festa stava iniziando e seguendo il flusso di gente che si muoveva si ritrovò nella piazza centrale.
    Wow... Ma questa è davvero la capitale? Che città particolare, enorme... Quante luci e soprattutto qua sembrano tutti cosi felici e senza pensieri. Pensò tra se e se guadandosi in giro sbalordita, talmente tanto che rimase addirittura a bocca aperta e con degli occhioni dolci e teneri che luccicavano.
    I sensi si alternavano tra stupore e felicità, per quanto non fece molto caso ai travestimenti degli altri, cercando solo di evitarli per quanto riusciva.
    Ormai la festa doveva iniziare, ma ancora arrivava gente, presto o tardi quel posto sarebbe diventato sovraffollato e magari, avrebbe anche dato la possibilità di conoscere qualcuno.
    Ovviamente tutti i pensieri e fantasie che poteva fare erano esclusi i soliti danni che involontariamente faceva, forse si trattava della volta buona che si calmava?
    Ervilys continuò a girovagare per la pizza guardando la città, le bancarelle e soprattutto se arrivassero travestimenti particolari e belli da vedere.






    Il giorno prima dell'evento in quel di Shajar una giovane nobile di nome Camila ricevette un volantino che proponeva un invito alla grande festa nella capitale.
    Una festa in maschera? Capisco... Se andassi a presenziare nella capitale potrei iniziare a far conoscere la mia famiglia anche all'esterno. Potrebbe essere un ottimo modo per capire come veniamo considerati ed adeguarci. Pensò mentre leggeva il foglio.
    La giovane si diresse nella stanza del padre, bussò alla porta ed entrò dopo aver ricevuto il permesso, chiudendola dietro di se.
    Padre, ho ricevuto un volantino che invita ad una festa nella capitale, potrebbe trattarsi di un ottimo metodo per conoscere altri posti ed ampliare le conoscenze in nostro possesso. Disse con voce ferma ed educata interrompendosi un attimo.
    Posso andare e presenziare di persona, senza bisogno di nessuno che mi segua, attirerei troppo l'attenzione. Oltre questo posso immaginare che vi saranno altri nobili famiglie sul posto, potendo provare a creare nuovi collegamenti commerciali e non. Chiedo il vostro permesso per potermi preparare e domani in giornata partire in direzione del posto designato per la festa. Terminò attendendo una risposta da parte del padre.
    Lo stesso ci mise un po' a decidere, più che per il partecipare, perchè i vampiri non erano ben visti in quel posto, ma dopo aver espresso la sua paura e fatto capire alla giovane i comportamenti che doveva tenere acconsentì.
    Con un inchino Camila ringraziò ed uscì dalla stanza richiudendo la porta dietro di se, iniziando subito i preparativi con la servitù.
    Fece prenotare i biglietti per il treno che l'avrebbe condotta alla capitale, ovviamente la carrozza designata doveva essere quella per la classe borghese.
    I preparativi iniziarono subito, tra chi si adoperava per comprare tinture, chi prenotava il mezzo e chi, come sarto, iniziava a cucire un vestito su misura della giovane.
    La comoda vita da nobile sicuramente la aiutò tantissimo con i preparativi, non dovendosi preoccupare praticamente di nulla a parte a pensare come comportarsi il giorno seguente.
    Durante la giornata i sarti terminarono il vestito su misura e si portarono all'esterno della stanza per poterlo provare.
    Camila li fece entrare ed iniziò ad indossare l'abito che sembrò fin da subito perfetto per lei, perlomeno per il travestimento classico che avrebbe creato.
    Direi che è perfetto, il nero sta bene e queste forme sono sicuramente eleganti, ma qualcosa ancora non mi convince, devo nascondere il mio essere vampiro, ma allo stesso tempo devo farlo diventando un vampiro. Pensò cercando di capire cosa poteva cambiare per aggiustare quel travestimento.
    Pensando e chiedendo consiglio ai più esperti decise di tingersi i capelli di rosa ed aggiustarli con due codini intonati al vestito che era di colore nero con rifiniture rosse.
    Gli occhi tramite particolari lenti colorate che non aveva idea da dove provenissero diventarono rossi mostrando insieme ai capelli un mix perfetto.
    Due lunghi stivali neri terminarono il completo che creò un mix tra nobiltà e comodità perfetto, facendo complimentare addirittura la giovane per la bravura della servitù.
    Ci furono gli ultimi ritocchi all'abito come un collettino bianco decorato e piccole pieghe che non dovevano esserci, mentre ormi la notte era arrivata.
    Camila andò a riposare, pronta per la lunga giornata che sarebbe seguita fino al mattino del giorno seguente, ma dopo tutto i vampiri non avevano bisogno di riposare tanto.
    Tramite la servitù fece il pieno di sangue, portandosi anche qualche sacchettino contenente lo stesso e ben nascosto, in modo da poter reggere anche lunghe giornate senza paura di farsi notare.
    Padre. Madre. Ci vediamo domani, cercherò di apportare più benefici possibile da questo evento nella capitale. A presto. Disse con educazione come suo solito per poi uscire seguita dal maggiordomo che la accompagnò al treno ed alla carrozza designata.
    Sono Camila Bàthory, ho prenotato una carrozza a mio nome per la capitale. Disse arrivata sul posto con un controllore che le fece prendere posto.
    Il treno era comodo, vicino vi erano altri nobili e persone borghesi che sicuramente si dirigevano allo stesso evento, ma nessuno di particolarmente conosciuto, perlomeno da lei.
    Il viaggio fu comodo ma lungo e verso il tramonto arrivò a destinazione senza il minimo problema e trattata con il lusso che si aspettava da quella classe.
    Ed ora vediamo quanta gente pensa che io sia un vero vampiro o che il mio travestimento sia perfetto. Pensò sorridendo quasi tra se e se, ma senza mostrare il minimo cambiamento nelle sue espressioni.
    Camila scese dal treno e seguendo il flusso di gente iniziò ad incamminarsi con calma ed estraendo i canini, in modo da completare l'aspetto da vampiro.
    Guardò l'enorme città entusiasta ma seria, mantenendo un comportamento calmo e sereno come la sua classe sociale richiedeva.
    Cercò di dirigersi nella zona della borghesia, anche se probabilmente presto o tardi quella piazza si sarebbe mischiata di ogni ceto sociale rendendo impossibile capire chi fosse un nobile e chi no.
    Gentaglia di basso rango che si diverte e si ingozza senza ritegno. Non hanno un minimo di educazione. Pensò camminando e guardando la gente che vi era attorno cercando di capire se qualcuno le si avvicinava o se vi fosse qualcuno di particolare.
    Il suo disgusto per i ceti più bassi era alto, ma per non macchiare il suo nome si mischiò alla folla cercando di mantenere un comportamento adatto a tutti e senza dare il minimo sospetto di chi fosse, perlomeno prima di parlare.
    Presumo che sia molto controllato e sicuro questo evento, ma se nobili o borghesi vengono riconosciuti potrebbero rischiare di subire un attacco. Non che mi preoccupino queste cose dato che potrei sfruttare a mio vantaggio la cosa. Continuarono i suoi pensieri che piano piano iniziavano a farsi sadici e crudeli, perlomeno in base alle situazioni che si sarebbero potute creare.

     
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    La capitale in festa era uno spettacolo da non perdere, ma l'unica cosa che volevo era proprio allontanarmi da lì. Mal sopportavo sia la folla che la confusione, oltre al fatto che non me ne poteva importare di meno di quell'Halloween tarocco che avevano organizzato in questo mondo. Purtroppo, per quanto fossi stato dimesso, non mi ero ancora ripreso completamente e il medico mi aveva "consigliato" di approfittare della festa sia per camminare un poco e fare esercizio sia per rilassarmi divertendomi. Quando avevo suggerito invece una corsetta nel Territorio, lontano dalla città, i consigli erano diventati ordini. Ero stato ferito fin troppo per non rispettare gli ordini di un medico. E così mi ritrovai a passeggiare senza meta, costretto addirittura ad indossare un costume -"Ti aiuterà a entrare nel mood festivo!" aveva detto- mentre giravo cercando di perdere più tempo possibile. Senza rendermene conto finii nella piazza principale, sbucando preciso vicino allo stand dove fornivano vettovaglie gratis a chi si presentava in costume. Era chiaramente la maggiore attrazione della festa quindi era gremito di gente. Senza nemmeno provare a mettermi in fila mi feci spostare dalla folla stessa, finendo in un posto più vuoto dove finivano i pochi che avevano già mangiato. Una ragazza dai capelli rosa e con la quale condividevo il travestimento da "vampiro" -qualsiasi cosa fosse- era l'unica che come me non sembrava veramente interessata al cibo gratis. Mi ritrovai a fissarla incuriosito, chiedendomi perché una persona che condivideva la mia reticenza si trovasse lì nel mezzo a quel caos.
     
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    L'isola del capitano Flint

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    Era noto che Taliesin amasse le feste, egli stesso ne aveva indette numerose nel suo regno, intere giornate di festeggiamenti fatti di divertimento, canti, musica e balli. Motivo per cui era rimasto incuriosito quando Hobb gli aveva parlato di una festa in cui ci si mascherava da mostri per il giorno in cui il mondo degli spiriti e quello umano si toccano. Per l'occasione il re aveva subito pensato di dover avere il costume più bello possibile e aveva pensato di sfruttare la carcassa del mostro ucciso tempo prima per trasvestirsi come un qualche mostro delle foreste. Per questo ne avevo scuoiato la pelliccia per farsi l'abito del costume e aveva usato il cranio, munito di palchi, come una scheletrica maschera. Era irriconoscibile. Soddisfatto dalla particolarità e ricercatezza del suo costume lui, accompagnato da Hobb e il marito, avevano preso il treno per arrrivare alla Capitale. Per Taliesin fu tutto nuovo, non aveva mai preso o visto nulla di simile ma il viaggio era proceduto tranquillo e senza intoppi. Magari in quella serata di festeggiamenti avrebbe trovato qualche traccia per una cura per il suo regno, quindi anche divertirsi poteva essere una buona opzione. Arrivati a destinazione Taliesin si allontanò dai suoi accompagnatori iniziò a guardarsi attorno rimanendo incantato a osservare meravigliato ogni piccolezza che fossero le decorazioni a forma di ragni o zucche o l'allesistemento delle bancarelle. Perso quell'incanto degno di un bambino però aveva deciso di divertirsi, nulla glielo vietava dopotutto, e così aveva preso a spaventare la gente uscendogli alle spalle facendo il verso di un ruggito. Anche Ervilys non venne risparmiata dalle sue vittime e infatti gli corse alle spalle emettendo i suoi versi mostruosi. Cosa che aveva attirato le occhiate di diversa gente.
     
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    Ervilys vagava per la piazza guardando le bancarelle, i giochi, i giocolieri o chi sputava o giocava con il fuoco, che fu la cosa che la attirò di più, dopo tutto era il suo elemento.
    Presa proprio dai mangiafuoco decise di improvvisarsi un suo pari generando con una linfa una fiamma tra le mani e mangiandola come loro.
    Ovviamente non aveva minimamente capito che agli stessi non bastava il fuoco, e proprio poco prima che la mettesse in bocca qualcosa accadde.
    Qualcuno da dietro decise di farle una bella sorpresa, senza che la giovane draghetta avesse notato nulla, nemmeno altra gente che si spaventava, dopo tutto era una notte horror.
    Taliesin arrivato di botto alle sue spalle per spaventarla riuscì nell'intento, non tanto perchè avesse paura, ma perchè era concentrata nel generare la fiamma e provare ad imitare i mangiafuoco.
    Il tutto causò una piccola perdita di concentrazione nella giovane che dallo spavento ed il colpo soffio proprio quella fiammella vicino alla bocca, perdendone il controllo e creando una fiammata verso la bancarella dei giocolieri.
    M...Ma ti sembra il caso di farmi venire un infarto cosi? Urlò girandosi verso Taliesin non curante della fiammata che aveva generato ed i danni che poteva fare.
    La faccia buffa e paffuta per lo spavento che guardavano colui che si trovava di fronte a se in attesa di una risposta, ma anche di capire chi fosse, dopo tutto era troppo colpita per spaventarsi del bellissimo travestimento che indossava.




    Nel frattempo dall'altra parte Camila vide la folla in giro, notando sempre più quanto i plebei si divertissero con poco, senza capirne realmente il motivo.
    Tsk! Nessuna classe, nessun contegno, questa gentaglia non merita proprio nulla. Pensò notando solo all'ultimo che qualcuno la stava fissando.
    Sembra un vampiro, ma lo sarà realmente come me o sarà solo un travestimento? Meglio capirlo, odio chi mi fissa e non conosco. Continuò nei suoi pensieri iniziando ad incamminarsi verso di lui.
    Buonasera a lei losco individuo vampiresco, noto con piacere che condividiamo lo stesso travestimento. Si interruppe un attimo dopo aver fatto un piccolo inchino in segno di saluto e mostrando fin da subito la sua classe sociale.
    Ho notato che mi guardavate, posso per caso esservi utile in qualcosa? Domandò mantenendo un sorriso semplice e contento, nonostante fosse riluttante nel parlare con i plebei o almeno era quello che pensava non conoscendolo.
     
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    Melis indossava un collarino nero abbinato con un vestito, altrettanto nero, che fasciava il suo corpo formoso. Portava anche un cappelo, nero anch'esso, che tuttavia non copriva affatto i lunghi capelli di un rosso acceso che le scendevano sapientemente ondulati lungo la schiena.
    Daearydd aveva riso di lei quando aveva compreso che il collare la faceva sentire a disagio mentre mettere in mostra il corpo non le provocava il minimo imbarazzo. Non gli aveva confessato che la cosa con cui aveva più difficoltà era il cappello o avrebbe davvero pensato che fosse pazza. Però lo era. Le sembrava, per qualche ragione, di essere abituata ad indossarne uno, ma quello era del tutto sbagliato. Lei era del tutto sbagliata.
    Purtroppo a quella, di sensazione, si stava abituando. Quasi ogni cosa la faceva sentire del tutto inadeguata e di solito era vero. Non riusciva a combinarne una giusta: era goffa e maldestra. Rompeva di tutto e spesso si feriva con le cose più sciocche.
    Le sembrava di dover di nuovo imparare ad usare il suo stesso corpo eppure era grande e vaccinata ormai.

    Il viaggio fino alla Capitale fu elettrizzante. Il treno era pazzesco e si muoveva velocissimo sulle rotaie, una cosa inaudita. Quando aveva sentito parlare di quei mezzi per la prima volta aveva immaginato grossi ammassi di ferraglia lenti da morire che arrancavano sulle rotaie, ma invece erano eleganti e sfrecciavano tagliando il paesaggio.
    Lei e Daearydd erano arrivati alla capitale nel pomeriggio, si erano sistemati e vestiti in una stanza che lui aveva affittato e poi erano andati in piazza a festeggiare.
    Per un po' tutto era stato fin troppo tranquillo. Daearydd la teneva per la mano come preferiva fare al posto di metterle un guinzaglio e la rimpinzava di dolci e cioccolatini.
    Col calare della notte, però, le persone si erano moltiplicate e la piazza si era fatta movimentata, tanto che ad un certo punto lei e Daearydd erano stati separati e si era trovata sola in mezzo alla folla.
    Non volendo allontanarsi, cercò di farsi strada verso una delle bancarelle di dolciumi. All'improvviso, notò una fiammata incontrollata che puntava dritta verso un pover'uomo completamente ignaro della situazione. Senza esitazione, Annie si frappose fra l'uomo e la fiamma prendendola in pieno e bruciandosi il vestito sulla pancia e anche la pelle al di sotto. Il dolore fu acuto e la sorprese. Lo faceva sempre, come se non avesse idea che le ferite potessero farle male.
    Anche il fatto che la fiamma potesse ferirla la sorprese, ma non che il suo vestito avesse preso fuoco: era infatti già pronta a spegnerlo soffocandolo col mantello pesante che aveva sulle spalle.
    Sembrava una bambina la prima volta che arrivava a toccare il fuoco senza aspettarsi che potesse davvero bruciare. Quasi si aspettava di sentire una risata derisoria risuonare nella sua mente, ma in realtà l'unica cosa che aveva in testa in quel momento era che la bruciatura faceva male e non era stato per niente saggio mettersi in mezzo. Dubitava persino che nella confusione si fossero accorti in molti di quello che stava succedendo, ma se qualcuno l'aveva notato aveva deciso di non interferire. Forse l'avevano riconosciuta come Anwes, il collare ne era una prova abbastanza evidente, e non volevano intromettersi o forse volevano godersi la serata.

    Il mantello era da buttare, constatò Melis, e probabilmente anche il vestito. La ferita le faceva male, ma nel buio non si notava troppo l'ustione, parzialmente coperta dai rimasugli della stoffa del vestito.
    A scagliare il fuoco era stata una bambina. Una bambina.
    Per un secondo Melis non riuscì ad avvicinarsi, una fitta di mal di testa le attraversò il cervello più forte di qualsiasi ustione, poi qualcosa scattò in lei. Per un istante pensò che avrebbe preso la ragazzina per un braccio e l'avrebbe sgridata facendole una bella ripassata. Era una vera e propria esperta di bambine indisciplinate, lei...
    Si fermò. Tutta la sua rabbia svanì e abbassò il capo. Lei non sapeva un bel niente, era solo un Anwes, non doveva pensare o fare altro che seguire il suo padrone. Che era sparito. Si voltò e tornò al suo piano originale: andare alla bancarella dei dolcetti e aspettarlo lì. Nel girarsi, ovviamente, urtò qualcuno.
    "Chiedo scusa."

    Decidete pure voi se urta qualcuno di voi (anche Rhaw o Camila volendo) o no.


    Edited by Elenis9 - 8/11/2022, 18:17
     
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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    La piazza è gremita di persone, la luna splende alta nel cielo ma la sua luce pallida viene coperta dalle enormi e variopinte luci della Capitale. Il chiacchiericcio è continuo, le risate e l'allegria inondano l'aria e di tanto in tanto è possibile ascoltare un piccolo urlo di spavento.
    La notte perfetta in un Halloween perfetto, dove le persone ignare si godono i piaceri temporanei e flevoli mentre lì, nell'oscurità ignorata, giace qualcosa di spaventoso. Qualcosa che è paziente, che attende mentre si pregusta quello che avverrà.
    Verso il lato nord della piazza c'è un piccolo palco rialzato, costruito in legno ma decorato con un tappeto viola e diverse decorazioni come pipistrelli, serpenti e pure cartonati di denti insaguinati. Forse per la serata era previsto un qualche evento in particolare ma non c'è nessuno vicino o sopra quel palco per il momento.
    Poi improvvisamente sentite un pesante rintocco di una campana, precisamente a mezzanotte, e nello stesso istante tutte le luci vengono spente. L'oscurità piomba su tutti, sembra quasi anomala, anche se vorreste attivare voi stessi una fonte di luce vi accorgereste che... semplicemente quella luce viene inghiottita dall'oscurità circostante.
    Cala un silenzio tombale, solo qualche sussurro confuso riecheggià nell'aria. Eppure non c'è vera preoccupazione.
    È un evento organizzato, no?

    «SIGNORE E SIGNORI! BENVENUTI!»
    Le uniche luci che vengono riaccese sono puntate tutte verso quel palco che sembrava deserto. Ora c'è una persona su di esso, un uomo dal corpo esile e alto, vestito elegantemente con un vestito rosso e una maschera scura a coprirgli il viso. Ha le braccia spalancate verso il cielo mentre la sua coda metallica ondeggia dietro la schiena. Ottenuta l'attenzione, l'uomo si prodiga in un generoso inchino prima di continuare.
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    «Benvenuti alla nottata più spaventosa della vostra vita, siamo finalmente pronti per incominciare.» il presentatore non sta urlando, ma non ha bisogno nè di un microfono nè di alzare la voce per farsi sentire da tutti i presenti. Fa un passo in avanti e scruta con fare attento la folla, come se cercasse qualcuno in particolare, nel mentre si accarezza placidamente le mani.
    «Ma prima avrò bisogno di alcuni coraggiosi volontari! Chi sarà degno di questo onore? Forse... quei due vampiri laggiù, sì!» il presentatore punta il dito verso Rhaw e Camila, e in un istante una luce si apre su di loro illuminandoli «Ma perché limitarsi, dico io. Quella strega, la peculiare demonessa e quel terribile mostro! Anche voi siete degni!» e altre luci si accendono su Melis. Ervilys e Taliesin.
    Nascosti dall'oscurità non riuscite a vedere il volto delle persone che vi stanno intorno, ma potete percepire come tutti vi stanno osservando.
    «Vi prego miei signori e signore, raggiungetemi sul palco.» il presentatore fa un ulteriore inchino mentre vi attende.
     
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